Nel borgo di Pietraperzia, tra antiche leggende e tradizioni popolari, storia millenaria e sapori tipici si fondono in un viaggio suggestivo nella Sicilia più autentica.
Nel cuore della Sicilia si cela un patrimonio storico e culturale di straordinario fascino: il borgo di Pietraperzia, incastonato tra le valli e le colline del libero consorzio comunale di Enna, custodisce infatti il leggendario Castello Barresi e le tradizioni delle misteriose “Armisanti”. La cittadina, con i suoi 6.189 abitanti, continua a evocare una storia intensa di dominazioni, lotte e cultura che si riflette nelle sue architetture e nel modo di vivere dei suoi abitanti, i pietrini.
Pietraperzia: un borgo tra storia e natura
Situata a 476 metri sul livello del mare, Pietraperzia si distingue per il suo paesaggio dominato da un giallo arido e da colline che degradano verso le valli sottostanti. Il borgo, con la sua area di 118,11 km², si affaccia verso Sabucina e Capodarso, posizione che ne ha sempre fatto un punto strategico fin dall’epoca dei Sicani, i primi abitanti che controllavano l’area dell’Himera meridionale (l’attuale fiume Salso). Con l’avvento dei Siculi, intorno al XII secolo a.C., Pietraperzia divenne una delle sedi più importanti, grazie anche alla sua posizione difendibile e dominante.
Nel corso dei secoli, il territorio è passato sotto il dominio di diverse famiglie nobiliari, ma è con i Normanni e la famiglia Barresi che il borgo ha conosciuto il suo massimo splendore. Nel 1926, Pietraperzia entrò a far parte della provincia di Enna, dopo aver mantenuto per secoli legami politici e culturali con Caltanissetta.

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Il vero cuore storico di Pietraperzia è il Castello Barresi, che domina il borgo dall’alto di una rocca. La struttura, che si sviluppa su un’area di circa 20.000 metri quadrati, è stata edificata in più fasi: normanna, sveva e catalana, fino al completamento nel 1526 da parte del marchese Matteo Barresi. Il castello, un tempo imponente fortezza con torri e bastioni, oggi conserva solo alcuni resti come il torrione merlato noto come “Corona del Re” e una torre quadrangolare d’ingresso.
Il castello si erge su quattro piani e, secondo una leggenda locale, avrebbe avuto 365 stanze e 12 torri, in omaggio ai giorni e ai mesi dell’anno. La sua porta d’ingresso era sovrastata da un bassorilievo raffigurante una scrofa che allattava i propri piccoli, simbolo di fertilità e protezione. All’interno, si possono ancora vedere scale ricavate nella roccia e ambienti destinati a prigioni sotterranee.
La storia del castello è segnata da eventi drammatici e misteriosi. Tra le leggende più affascinanti si racconta di tre giovani donne, le “Armisanti”, che si avventurarono nei sotterranei armate di candela e spago per esplorare il castello. Attratte da qualcosa di misterioso, bruciarono lo spago che avrebbe dovuto guidarle fuori e rimasero intrappolate nei meandri sotterranei, trovando una morte prematura che alimenta ancora oggi racconti sugli spiriti che abitano il maniero.
Oltre al castello, Pietraperzia offre un ricco patrimonio artistico e religioso. Il Palazzo del Governatore, progettato da Ernesto Basile nel 1908, è un esempio di architettura in stile Liberty con decori neoclassici e ospita oggi la Cassa Rurale e Artigiana.
Le chiese del borgo raccontano secoli di fede e devozione. La Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore conserva le spoglie mortali di Dorotea Barresi, mentre la Chiesa della Caterva custodisce una preziosa croce bizantina, recuperata dal furto del 1992 grazie all’intervento di Don Viola. La Chiesa di San Domenico, una delle più antiche, si distingue per la sua struttura a croce greca e per l’altare dedicato alla Madonna del Rosario. Non meno importanti la Chiesa del Carmine, con opere d’arte del XVI e XVIII secolo, e la Chiesa di Santa Maria del Gesù, sede di una storica confraternita.
Il borgo è attraversato da vie acciottolate, scalinate e piazze che testimoniano la vita di un tempo, mentre le case disabitate raccontano di un passato che sfida il tempo.

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