Si delineano importanti sviluppi per la rottamazione quinquies, la misura di definizione agevolata dei debiti con il fisco.
Dopo le indiscrezioni emerse da fonti autorevoli come Il Sole 24 Ore e La Repubblica, si prospetta una revisione significativa del piano di rateizzazione dei debiti, con un possibile allungamento fino a 96 rate mensili, equivalenti a otto anni, in luogo delle precedenti 120 rate previste dal disegno di legge attualmente in esame al Senato. Il nuovo approccio punta a un equilibrio tra sostenibilità per i contribuenti e efficacia nella riscossione.
L’idea al centro della riforma consiste nella differenziazione del piano di pagamento in base all’ammontare del debito. In concreto, ciò significa che i contribuenti con posizioni più leggere potrebbero beneficiare di tempi di chiusura più rapidi, mentre per debiti più consistenti si potrebbero prevedere pagamenti diluiti nel tempo, fino a un massimo di 96 rate. Questa impostazione nasce dalla consapevolezza delle criticità emerse nelle precedenti edizioni della rottamazione, in cui la concentrazione di quote elevate nelle prime rate – fino al 20% del debito nelle prime due rate – aveva rappresentato un ostacolo alla partecipazione.
Un altro aspetto cruciale riguarda il minimo importo delle singole rate, che non dovrebbe scendere al di sotto dei 50 euro, per contenere i costi di gestione e assicurare un gettito coerente con le risorse impiegate. Inoltre, non si prevede uno sbarramento per i recidivi, e si sta valutando di ammorbidire la decadenza automatica dal beneficio a fronte di un mancato versamento, avvicinando così il meccanismo alla rateazione ordinaria.
Le indicazioni e i ruoli degli esponenti politici
Il viceministro dell’economia e delle finanze, Maurizio Leo, ha confermato che il governo sta ancora lavorando sulle modalità attuative della rottamazione quinquies, esaminando diverse ipotesi all’interno della maggioranza. Leo, in carica dal novembre 2022 con delega specifica alle finanze nel governo presieduto da Giorgia Meloni, è uno dei principali artefici della riforma fiscale attualmente in discussione. La sua lunga esperienza accademica e professionale nel campo tributario, unita al ruolo politico, garantisce una visione articolata sulle necessità di un sistema di riscossione più equo e funzionale.
Dall’altro lato, il presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, ha ribadito che la rottamazione si farà, ma in forma ridimensionata rispetto al testo originario. Garavaglia, senatore della Lega e già ministro del Turismo nel governo Draghi, ha spiegato che sono al vaglio tre possibili scenari per l’approvazione: un emendamento già chiuso, un ordine del giorno indicativo o un rinvio alla Manovra. La tempistica resta comunque entro la fine del 2025, con la consapevolezza che il Documento di economia e finanza (Def) terrà conto delle scelte adottate.

Aspetti economici e tecnici della rottamazione quinquies (www.laterrazzamongardino.it)
Sul piano tecnico, la proposta in fase avanzata di definizione prevede un meccanismo di versamento omogeneo delle rate, che eviti l’onere eccessivo delle prime quote, uno dei motivi principali della scarsa adesione nelle precedenti rottamazioni. Inoltre, la perdita del beneficio sarà legata a più mancati pagamenti consecutivi, rafforzando così la serietà della procedura senza penalizzare eccessivamente i contribuenti in difficoltà.
Per quanto riguarda il perimetro degli importi ammessi alla rottamazione, si valuta l’introduzione di un anticipo obbligatorio fino al 5% per i debiti superiori a 50 mila euro, mentre per posizioni più modeste il sistema dovrebbe prevedere tempistiche più snelle.
Le stime finanziarie riportate da fonti economiche indicano che la rottamazione quinquies potrebbe avere un costo complessivo fino a 5 miliardi di euro, cifra suscettibile di variazioni in base agli aggiustamenti legislativi e alle risorse effettivamente stanziate.

La nuova strategia per la rateizzazione del debito fiscale (www.laterrazzamongardino.it)






