La lotta contro la pirateria televisiva si intensifica con misure sempre più rigorose rivolte agli utenti che utilizzano il “pezzotto”.
In collaborazione con piattaforme come DAZN e Sky, la Guardia di Finanza ha avviato una fase decisiva di intervento, che prevede non solo multe ma anche richieste di risarcimento e comunicazioni formali ai cittadini coinvolti.
Nel corso del 2025, la Guardia di Finanza ha portato avanti indagini approfondite, culminate nell’identificazione di migliaia di utenti che utilizzano il “pezzotto” per accedere illegalmente a eventi sportivi e contenuti pay-per-view. In particolare, è stata la sede di Lecce a segnalare circa 2.000 sanzioni amministrative, ma la stretta non si limita alla semplice multa.
Le società titolari dei diritti, DAZN e Sky, riconosciute come parti lese, hanno infatti ottenuto dall’autorità giudiziaria l’accesso alle liste degli utenti sanzionati, avviando così azioni risarcitorie dirette. La strategia delle pay TV si basa su una duplice linea d’azione: da un lato la repressione dei gestori e distributori di contenuti pirata, dall’altro la pressione economica e legale sugli utilizzatori finali.
Le iniziative legali di DAZN e Sky: multe, risarcimenti e lettere a casa
Il CEO di DAZN, Stefano Azzi, aveva anticipato mesi fa l’intenzione di procedere con azioni legali che prevedono un risarcimento per gli utenti coinvolti pari a un equivalente di dieci anni di abbonamento regolare. Questa strategia si traduce oggi in un concreto invio di lettere di conciliazione agli utenti individuati, con la proposta di un accordo extragiudiziale.
Le comunicazioni inviate da DAZN propongono un indennizzo forfettario di 500 euro, accompagnato dall’impegno formale a non ripetere l’illecito, una via alternativa al contenzioso giudiziario che, qualora rifiutata entro sette giorni, espone gli utenti a procedimenti civili e penali con richieste di risarcimento più onerose.
Sky ha adottato misure analoghe, consolidando un fronte comune con DAZN e la Guardia di Finanza per scoraggiare definitivamente l’utilizzo di dispositivi pirata. L’obiettivo è chiaro: rendere l’accesso illegale a contenuti sportivi non solo rischioso dal punto di vista penale, ma anche economicamente svantaggioso per gli utenti.

Un cambio di paradigma nella lotta alla pirateria: colpire l’utente finale (www.laterrazzamongardino.it)
Questa evoluzione segna un punto di svolta nella repressione della pirateria televisiva in Italia. Fino a pochi anni fa, le azioni legali e di polizia si concentravano quasi esclusivamente sui fornitori di servizi illegali, spesso difficili da intercettare e perseguire a causa della natura transnazionale delle piattaforme pirata.
Oggi, invece, la strategia si estende agli utilizzatori finali, con l’intento di creare un deterrente forte e immediato. La decisione di proporre accordi extragiudiziali con risarcimenti forfettari rappresenta un elemento innovativo e pragmatico per ridurre la diffusione di questi dispositivi illegali sul territorio nazionale.
L’intervento in Friuli Venezia Giulia si inserisce in un contesto più ampio, in cui le autorità italiane e le pay TV stanno consolidando strumenti legali e operativi per contrastare efficacemente la pirateria audiovisiva. I risultati finora raggiunti indicano una maggiore consapevolezza tra gli utenti riguardo ai rischi legali ed economici legati all’uso del “pezzotto”.
L’impegno congiunto di Guardia di Finanza, DAZN e Sky si traduce in una campagna di sensibilizzazione e repressione che punta a proteggere un settore strategico come quello dei diritti sportivi, garantendo un mercato più trasparente e sostenibile per gli operatori legittimi e gli appassionati di sport.

Il quadro attuale della lotta alla pirateria audiovisiva(www.laterrazzamongardino.it) 






