Il ferro è fondamentale per salute ed energia: scopri come riconoscere i segnali di carenza, le cause più comuni e le strategie efficaci per prevenirla e trattarla.
Il ferro è un elemento essenziale per il corretto funzionamento del nostro organismo, coinvolto in numerosi processi vitali, in particolare nel trasporto dell’ossigeno grazie all’emoglobina. La carenza di questo minerale, che può portare all’anemia sideropenica, rappresenta una problematica sanitaria diffusa a livello globale, con impatti significativi sulla salute e sul benessere quotidiano.
L’importanza del ferro nell’organismo umano
Il ferro è un macroelemento fondamentale, presente in quantità elevate nell’organismo e indispensabile soprattutto nella formazione dell’emoglobina nei globuli rossi e della mioglobina nei muscoli. Queste proteine permettono il trasporto e l’immagazzinamento dell’ossigeno, elementi chiave per la sopravvivenza cellulare e la produzione di energia. Oltre a ciò, il ferro partecipa all’attività di numerosi enzimi, alla sintesi di alcuni ormoni e al mantenimento del tessuto connettivo.
Dal punto di vista chimico, il ferro è un metallo di transizione, con simbolo Fe e numero atomico 26, noto fin dall’antichità per le sue proprietà di durezza e resilienza, tanto da aver dato il nome a un’intera epoca storica, l’“età del ferro”. Nell’organismo, il ferro puro è chimicamente reattivo e la sua regolazione è cruciale per evitare sia carenze che eccessi tossici.
La carenza di ferro può manifestarsi con sintomi più o meno evidenti a seconda della gravità e della durata della condizione. I segnali più comuni comprendono astenia (debolezza e stanchezza estrema), pallore della pelle e delle mucose, e difficoltà respiratorie anche durante sforzi minimi, a causa della ridotta capacità di trasporto dell’ossigeno nel sangue.

Sintomi ferro basso -Laterrazzamongardino.it
Altri sintomi spesso trascurati ma significativi sono la caduta eccessiva dei capelli, unghie fragili o a “cucchiaio” (coilonichia), tachicardia, vertigini, mal di testa frequenti, difficoltà di concentrazione e formicolii agli arti inferiori. Questi disturbi derivano non solo dalla carenza di ossigeno ma anche da squilibri a carico del sistema immunitario, di neurotrasmissione e di termoregolazione.
Nel caso di donne in età fertile, la carenza di ferro è particolarmente frequente a causa delle perdite ematiche mestruali, che possono essere abbondanti o prolungate. Durante la gravidanza e l’allattamento, il fabbisogno di ferro aumenta ulteriormente per sostenere la crescita fetale e la produzione di sangue.
L’anemia sideropenica è la forma più diffusa di anemia ed è causata da un deficit di ferro che compromette la sintesi di emoglobina. Le cause principali includono:
- Perdite di sangue croniche o acute, come quelle derivanti da mestruazioni abbondanti, emorragie gastrointestinali (ulcere, polipi, tumori, malattie infiammatorie intestinali), emorroidi o interventi chirurgici che riducono l’assorbimento intestinale.
- Apporto alimentare insufficiente, in particolare in diete squilibrate o in persone con disturbi alimentari.
- Malassorbimento intestinale, dovuto a condizioni come celiachia, morbo di Crohn o colite ulcerosa, che danneggiano la mucosa intestinale e riducono l’assorbimento del ferro.
- Aumento del fabbisogno di ferro in gravidanza, allattamento, adolescenza o in caso di aumento della massa eritrocitaria.
La diagnosi si basa su esami ematologici specifici: emocromo completo che evidenzia la riduzione di emoglobina e globuli rossi di piccole dimensioni (microcitosi), sideremia, ferritina e transferrina, che valutano le riserve e la disponibilità del ferro nell’organismo. In presenza di anemia sideropenica in soggetti sopra i 50 anni, è fondamentale indagare la causa delle eventuali perdite sanguigne, spesso con esami strumentali come gastroscopia e colonscopia.

Cosa fare con il ferro basso - Laterrazzamongardino.it






