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Tutti pazzi per i cibi proteici, ma servono davvero al nostro corpo? Tutta la verità

cibi proteici: fanno bene?Tutta la verità sui cibi proteici - laterrazzamongardino.it

Cibi proteici, il boom nei supermercati: davvero necessari per una dieta equilibrata? Scopriamo tutta la verità.

Negli ultimi anni il mercato alimentare italiano ha visto una crescente diffusione di prodotti con elevato contenuto proteico, dai budini ai pancake, passando per barrette, yogurt e persino pasta. Questi alimenti, spesso definiti “high protein”, promettono apporti proteici superiori rispetto alle versioni tradizionali, ma la domanda che si pongono molti consumatori è: ne abbiamo davvero bisogno? Un’analisi aggiornata di Altroconsumo, importante associazione italiana per la tutela dei consumatori, offre una panoramica dettagliata per orientarsi tra i tanti prodotti e valutare la reale utilità di questa tendenza alimentare.

L’esplosione dei prodotti ad alto contenuto proteico sugli scaffali

Secondo i dati più recenti dell’Osservatorio Immagino di GLS Italy, nel 2024 le referenze con claim proteico hanno superato le 3.800 unità, rappresentando il 4,3% dell’offerta complessiva nei supermercati. Questa tendenza, lungi dall’essere un fenomeno passeggero, mostra una crescita costante, nonostante i prezzi spesso più elevati rispetto ai prodotti classici, con incrementi anche superiori al 100%.

Tra i prodotti più richiesti troviamo i pancake proteici: un pancake tradizionale Mulino Bianco contiene circa 5,2 g di proteine per 100 g, mentre la versione “Milk Pro High Protein” arriva a 13 g grazie all’aggiunta di proteine del siero del latte. Tuttavia, il prezzo di questi pancake è quasi doppio rispetto a quello della versione classica, e il valore proteico spesso indicato in etichetta si riferisce all’intera confezione e non a una singola porzione.

i cibi proteici sono salutari?

Sono davvero salutari i cibi proteici? – laterrazzamongardino.it

Un altro esempio sono le barrette proteiche, molto diffuse per colazioni e spuntini. Le barrette Enervit Protein possono raggiungere fino al 50% di proteine, grazie a proteine isolate di latte e soia, mentre altre versioni più economiche si attestano intorno al 17%. Anche Kellogg’s propone la linea Special K Protein con 23 g di proteine per 100 g contro i 6,8 g della versione classica, ma anche in questo caso il prezzo aumenta fino al 24%.

Nel reparto yogurt, il più naturalmente proteico resta lo yogurt greco bianco, con circa 9 g di proteine per 100 g, senza aggiunte particolari. Prodotti come lo yogurt HiPro di Danone, pur vantando claim “high protein”, offrono un contenuto proteico solo leggermente superiore rispetto allo yogurt greco tradizionale e spesso a prezzi competitivi, dovuti a strategie di posizionamento commerciale.

Il mercato del latte proteico propone varianti come Zymil senza lattosio Benefit, che presenta un +56% di proteine rispetto al latte tradizionale, ma una porzione da 125 ml contiene solo 6,25 g di proteine. Il prezzo al litro di questi prodotti è mediamente superiore del 12%.

Per quanto riguarda la pasta proteica, come i fusilli Barilla Protein+, il contenuto proteico arriva a 20 g per 100 g rispetto ai 13 g della pasta tradizionale, ma il prezzo al chilo è quasi triplo.

Anche i budini proteici rappresentano un segmento in crescita: il Muller Dessert al cioccolato contiene circa 10 g di proteine per 100 g, contro i 3 g dei classici Danone Danette, ma con un prezzo che raddoppia rispetto alla versione tradizionale.

Proteine: quanto sono necessarie nella dieta italiana?

Secondo le linee guida della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) e le analisi di Altroconsumo, in Italia non esistono carenze proteiche nella popolazione generale. Una dieta equilibrata e varia, anche vegetariana, è in grado di soddisfare ampiamente il fabbisogno quotidiano: per esempio, una donna di 60 kg necessita di circa 54 g di proteine al giorno, mentre l’assunzione media si attesta intorno ai 66 g; un uomo di 70 kg necessita di 63 g e ne assume mediamente 84 g.

L’integrazione proteica con prodotti specifici può avere senso solo per categorie particolari come atleti con esigenze specifiche o persone con diete vegetariane o vegane che desiderano semplificare l’apporto proteico. Per il consumatore medio, però, tali prodotti rappresentano una spesa aggiuntiva che non apporta significativi benefici in termini nutrizionali.

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